Si apre la fase congressuale del Partito Democratico, che si concluderà nei primi giorni del mese di marzo, ad essere precisi proprio il 3 di marzo. Data che inevitabilmente rievoca in tutti noi, che non ci definiamo solo simpatizzanti del PD ma parte integrante di un progetto comune in cui crediamo profondamente, un momento buio per la nostra fede politica. Ad un anno esatto dal 4 marzo 2018 il nostro Partito ridefinisce i ruoli dei nostri dirigenti. Così, dopo esserci lasciati alle spalle il Congresso Regionale, i circoli di tutta Italia si apprestano ad organizzarsi per predisporre il Congresso Nazionale, che auspico sia visto come un’opportunità di confronto costruttivo tra le parti e le diverse idee che compongono il nostro Partito, un Partito che piano piano si sta riprendendo dalla crisi in cui si trova. Se si vuole risolvere un problema, ritengo sia giusto che venga prima riconosciuto come tale e poi si proceda nell’identificarne le possibili soluzioni. Dopo mesi di riflessione, giusta e legittima, la risposta credo che sia stata identificata in un’unica
parola: Congresso a tutti i livelli, per riorganizzarci, per ripartire, ma soprattutto per ritrovare in ciascuno di noi, in ogni circolo territoriale, quella forza propulsiva che ha caratterizzato il nostro Partito quando ormai undici anni fa fu fondato. Certo, in quegli anni c’era una società diversa, una politica diversa rispetto ad oggi, ma l’energia che ha da sempre contraddistinto il nostro Partito deve ritornare e questo, sono convinto, potrà accadere solo se insieme ogni componente di ogni circolo della penisola si potrà sentire di nuovo parte di un progetto comune, di un progetto che lo rappresenta, di un progetto di larghe vedute, contemporaneo, che sia in grado di portare delle risposte serie e strutturate per i nostri cittadini, come purtroppo non siamo stati sempre in grado di fare negli ultimi anni. Per fare questo l’energia dei nostri iscritti, dei nostri circoli, non sarà però sufficiente, servono idee “nuove” in grado di rispondere soprattutto alle istanze di giustizia sociale che l’Italia reclama a gran voce. Perché dove la politica non riesce a dare delle risposte, l’antipolitica raccoglie i consensi. Ecco perché ritengo sia importante che si realizzi un confronto costruttivo all’interno del Partito in questo momento congressuale, perché spero sia occasione per ricreare insieme nuove idee e nuovi paradigmi che siano in grado di ampliare, modificare e in alcuni casi perché no, anche rifondare la nostra base ideologica per dare al nostro Partito nuova linfa vitale. Ad essere sincero credo che poco importi ai nostri cittadini quale tipo di regolamento ci daremo da qui in avanti, all’interno del nostro Partito, ma ben venga una ristrutturazione dello stesso se è funzionale ad una realizzazione di un Partito più rapido, più semplice e in grado di disinnescare polemiche e guerre fratricide tra i nostri dirigenti, ricordandoci che però i regolamenti possono fino ad un certo punto….il resto lo fanno la qualità morale, l’intelligenza e l’onestà intellettuale delle persone che compongono un gruppo politico. A buon intenditore….. buon congresso a tutti.
Il Segretario del PD di Collegno, Gianluca Treccarichi.