“Questa gioventù è guasta fino in fondo al cuore. Non sarà mai come quella di una volta, non sarà capace di conservare la nostra cultura”
(Iscrizione in una cava tra le rovine di Babilonia 3000 a.c)
Non è solo dal 2024 che troppo spesso ci dimentichiamo di avere fiducia nei giovani. Le frasi a sfavore delle nuove generazioni sono storicamente molte e attraversano tante epoche.
Sono convinto però che proprio tra i giovani esistano delle energie positive che hanno valore. Qualche giorno fa sono stato a Torino presso la sede di Vol.To per portare i saluti della Città e del nostro Sindaco, Matteo Cavallone, ed assistere all’esposizione dei risultati del progetto “GoWest!”. Un programma di coinvolgimento giovanile per la progettazione delle città del domani. E’ stato realizzato sui territori di Venaria e di Collegno, e si è potuto realizzare grazie alla collaborazione di Vol.To ed al finanziamento messo a disposizione dalla Camera di Commercio.
A Collegno il progetto ha coinvolto direttamente 5 giovani tra i 16 e i 26 anni (2F/3M), che nel corso di 7 incontri tra marzo e giugno 2024 hanno avuto modo di collaborare con gli Uffici Comunali, con il Progetto Collegno Giovani, il Consiglio Giovani ed altri ad attori rilevanti come l’IIS Curie-Levi e gli enti della Comunità educante Gramnos. Ma nel concreto cosa si è realizzato? Il nostro gruppo collegnese è partito da un’analisi del contesto, definendo (dal loro osservatorio) i punti di forza e di debolezza presenti sul territorio di Collegno; da questa lettura hanno concentrato il loro focus progettuale sulla salute mentale (uno dei bisogni di maggior rilievo per la generazione Z), proponendo la realizzazione di un momento aggregativo e culturale – concertando obiettivi e attività con i diversi soggetti sopra menzionati. Il 17 giugno, infatti, hanno portato in scena “Aggrovigliat*”, un pomeriggio ideato da giovani per giovani nel cortile del Padiglione14 con book swap party, workshop di serigrafia ed altre attività per creare connessioni.
Questo progetto non è solo un’iniziativa territoriale, ma un simbolo di come possiamo costruire una comunità più equa e inclusiva, partendo dal coinvolgimento attivo delle persone e soprattutto dai giovani. Realizzare questo tipo di progetti crea, inclusione sociale, poiché in un periodo storico segnato da crescenti disuguaglianze, con questo tipo di progettualità, si contrasta l’esclusione sociale e si riducono le distanze tra centro e periferia. Si realizza la promozione del volontariato, poiché ha incoraggiato dei cittadini a mettersi a servizio della comunità, li forma, facendo emergere nuove competenze e promuovendo il benessere collettivo. Questo aspetto, a mio avviso, in un perirono in cui il ricambio generazionale nel volontariato è un tema di grande attualità, resta di grande rilievo. Si crea innovazione attraverso laboratori, eventi e iniziative locali, il progetto ha sperimentato nuove forme di collaborazione tra cittadini, associazioni e istituzioni. È un esempio concreto di come il cambiamento parta dal basso, da chi vive il territorio ogni giorno.
“GoWest!” ci ha insegnato che non devono esistere periferie quando si parla di comunità. Ogni quartiere, ogni strada, ogni cittadino può essere protagonista di un cambiamento positivo.